I Colli Euganei, con i loro paesaggi dolci e variegati, sono da sempre un luogo in cui natura e attività umana hanno trovato un equilibrio unico. Tra i tesori botanici che arricchiscono questo territorio spicca la Ruta Patavina (Haplophyllum patavinum), una pianta rara e straordinaria che ha una storia tanto affascinante quanto il suo aspetto.
Questa pianta erbacea, appartenente alla famiglia delle Rutaceae, è una specie unica che cresce in pochissime aree al mondo, tra cui i Colli Euganei e alcune zone della penisola balcanica. La Ruta Patavina è immediatamente riconoscibile per i suoi delicati fiori gialli, che sbocciano tra maggio e giugno e donano ai prati aridi calcarei un tocco di luce e colore. Le sue foglie, di un verde tenue, e la sua struttura slanciata si adattano perfettamente ai terreni poveri e soleggiati dei “vegri”, habitat estremamente particolari e ricchi di biodiversità.
Una scoperta storica
La Ruta Patavina fu descritta per la prima volta nel 1722 dal naturalista fiorentino Pier Antonio Micheli, durante un’esplorazione nei pressi di Arquà Petrarca, uno dei borghi più suggestivi dei Colli Euganei. Micheli, colpito dall’unicità della pianta, la classificò inizialmente come Pseudo Ruta patavina, associandola al genere Ruta.
Nel corso dei decenni, gli studi botanici approfondirono le peculiarità della specie, distinguendola dalle altre del genere. Fu il botanico francese Adrien de Jussieu, nel 1825, a ricollocare la pianta nel genere Haplophyllum, sottolineando le sue caratteristiche uniche e differenziandola definitivamente dalle altre “rute”. Il nome scientifico Haplophyllum patavinumrende omaggio alla città di Padova (Patavium in latino), in prossimità della quale la pianta fu scoperta.
La presenza della Ruta Patavina nei Colli Euganei affonda le sue radici in un passato remoto, risalente all’ultima glaciazione. Durante quel periodo, il clima rigido e i mutamenti geologici crearono le condizioni favorevoli per la diffusione di specie steppiche come questa, che prosperarono in ambienti aperti e poveri di nutrienti. Con il riscaldamento climatico successivo alla glaciazione, molte di queste specie trovarono rifugio in zone marginali e isolate, come i Colli Euganei, dove le particolari condizioni climatiche e del suolo garantirono la loro sopravvivenza fino ai giorni nostri.
Un legame antico con il territorio
La sopravvivenza della Ruta Patavina non è legata solo a fattori ambientali e climatici, ma anche all’interazione secolare tra uomo e territorio. Nei secoli, l’interazione tra attività umana e natura ha giocato un ruolo fondamentale nel modellare e preservare l’habitat di questa pianta. I prati aridi calcarei, dove la Ruta Patavina cresce, sono il risultato di un delicato equilibrio, mantenuto grazie alle pratiche agricole come il pascolo e lo sfalcio dell’erba.
Queste attività, tipiche delle comunità agricole del passato, impedivano l’espansione della vegetazione arbustiva e arborea, preservando gli spazi aperti necessari per la sopravvivenza di specie erbacee adattate a terreni poveri e soleggiati. Questo equilibrio naturale è un esempio straordinario di come l’uomo, attraverso un utilizzo sostenibile del territorio, abbia contribuito a mantenere viva una biodiversità preziosa.
La Ruta Patavina è molto più di una pianta rara: è un simbolo di quanto un ecosistema possa essere fragile e, al contempo, prezioso. La sua sopravvivenza dipende dalla capacità di mantenere vivo l’equilibrio tra natura e intervento umano. Promuovere il biologico, infatti, non si limita a proteggere la qualità delle coltivazioni, ma ha un impatto diretto sulla conservazione della biodiversità.
L’agricoltura biologica, attraverso pratiche come il controllo delle specie invasive e la gestione sostenibile del suolo, rappresenta una strada concreta per garantire che specie come la Ruta Patavina continuino a raccontare la storia di un territorio unico. Nei Colli Euganei, la bellezza di un paesaggio e la qualità dei suoi prodotti sono due facce della stessa medaglia, legate indissolubilmente dalla cura per l’ambiente.
La Ruta Patavina: un impegno per il futuro
La tutela della Ruta Patavina non è solo un gesto di conservazione botanica, ma un modo per proteggere l’identità di un territorio che si racconta attraverso la sua biodiversità. Ogni vegro preservato, ogni scelta agricola rispettosa del suolo, è un passo verso un modello in cui natura e produzione convivono, offrendo benefici sia all’ambiente che a chi lo vive.
Il Biodistretto dei Colli Euganei è impegnato a valorizzare questo patrimonio naturale e culturale, dimostrando che il biologico non è solo un metodo di coltivazione, ma una filosofia che guarda al futuro con responsabilità.
Con l’arrivo della primavera e della fioritura della Ruta Patavina, i Colli Euganei si tingono di bellezza e colori. Tuttavia, è importante ricordare che questa pianta è una specie rara e protetta, la cui sopravvivenza dipende dalla tutela del suo habitat. Nel caso la si incontrasse durante una passeggiata, ammiriamola con rispetto e senza raccoglierla, per permettere a questo gioiello botanico di continuare a fiorire anche in futuro.
Ogni piccolo gesto di attenzione può fare la differenza per proteggere la biodiversità dei Colli Euganei, un patrimonio che appartiene a tutti noi.
Iniziativa finanziata dal Completamento di sviluppo Rurale per il Veneto 2023/2027
Organismo responsabile dell’informazione: Biodistretto della Produzione e della Comunità del Biologico dei Colli Euganei
Autorità di gestione regionale: Regione Veneto – Direzione AdG FEASR Bonifica e Irrigazione